Il presidente della Conferenza delle regioni promette battaglia sull’inserimento dell’incidenza dei positivi ogni 100mila abitanti: “Ma il criterio non passerà”
Bologna, 10 gennaio 2021 – “No pasaran”. L’inserimento dei nuovi criteri che condannerebbero l’Emilia Romagna alla zona rossa fa infuriare il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, che è anche alla guida della Conferenza delle Regioni: l’organo che dialoga con il Governo nella gestione di questa difficile e lunga emergenza santaria da coronavirus.
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L’ira di Bonaccini si scaglia, in particolare, sulla possibilità (più che concreta) che nel decreto post 16 gennaio venga inserio il livello di incidenza dei contagi sui 100mila abitanti, come chiesto da Iss e Cts. Se il tasso supera la soglia dei 50 in sette giorni, o dei 250 in una settimana scatterebbe automaticamente il passaggio in zona rossa.
“Quel limite non l’ha chiesto nessuna regione e, se volete la mia impressione, non entrerà fra quelli utilizzati per decidere la colorazione o lo spostamento delle Regioni – tuona Bonaccini in vista al punto vaccinale di Baggiovara, a Modena -. Domattina ci confronteremo con il governo – ha detto – e come sempre cercheremo di fare il meglio possibile”. Il nuovo criterio condannerebbe alla zona rossa e quindi al quasi lockdown non solo l’Emilia, ma anche Veneto, Friuli Venezia Giulia e provincia di Bolzano. Tra le le regioni a rischio ci sono anche le Marche.
Il punto è che il dato è inevitabilmente più alto nelle regioni che porcessano più tamponi quindi – è la critica che arriva anche dall’ambito scientifico – la sua introduzione penalizzerebbe il contact tracing e in generale la ricerca di quanti più possibile positivi.